Oggi su Repubblica abbiamo l'ennesima intervista al ministro della Cultura Dario Franceschini, questa volta nella veste di paladino dei diritti degli editori italiani minacciati dal terribile monopolio di Amazon che in Italia, sui libri, non c'è, ma sono dettagli.
Ma visto che Franceschini è un uomo di molte letture - e qualche scrittura - e si sente investito dalla missione che gli deriva dall'essere a capo di un ministero "più importante di quello dell'Economia" (parole sue), l'intervista a Stefania Parmeggiani spazia anche oltre Amazon e arriva a toccare anche gli altri giganti del web. Con risultati decisamente comici, come per esempio quando parla del
caso dei produttori musicali indipendenti che hanno problemi con YouTube da quando il portale è controllato da Google: nei contratti propone condizioni economiche difficile da sostenere.
Peccato che YouTube sia da sempre controllato da Google, visto che la start-up di Chad Hurley, Steve Chen e Jawed Karim - fondata nel febbraio 2005 - è stata acquisita dalla società di Mountain View nel novembre del 2006, ben prima che i "produttori musicali indipendenti" si accorgessere dell'esistenza della cosa. Quindi è probabile che Franceschini parli di una variazione dei termini del contratto che non c'entra nulla con l'acquisizione di YouTube da parte di Google. Ma vuoi mettere il figurone che fai a stanare la multinazionale cattiva?
D'altronde in Italia va così e le leggi quindi le fanno la Siae, gli editori, Federalberghi e la Coldiretti. Però poi si fanno spettacolari convegni sull'innovazione. Per sfoderare il proprio ottimo inglese, immagino.
Repubblica