Salvatore Ligresti ha aiutato la carriera prefettizia di Anna Maria Cancellieri? Secondo lo stesso Ligresti la risposta è sì. E l'ingegnere lo rivendica anche durante l'interrogatorio reso ai pm di Milano sul caso Fonsai. Naturalmente una notizia così diffusa ieri, con il ministro appena sopravvissuto a un voto di fiducia, è una bomba. Però non è detto che sia vera. Anzi è quasi impossibile che lo sia. E non solo perché è stata smentita dal ministro. Però questa considerazione sui giornali di oggi non c'è.
Ma vediamo meglio come è andata, analizzando il verbale d'interrogatorio di Ligresti.
"Mi feci latore del desiderio dell'allora prefetto Cancellieri - si legge nel verbale si Ligresti riportato dal cronista della Reuters che conferma di averlo visionato, ndr - che era in scadenza a Parma e preferiva rimanere in quella sede anziché cambiare destinazione. L'attuale ministro Cancellieri è persona che conosco da moltissimi anni e ciò spiega che mi si sia rivolta e che io abbia trasmesso la sua esigenza al presidente Berlusconi. In quel caso la segnalazione ebbe successo perché la Cancellieri restò a Parma"
Il problema, appunto, che si tratta di dichiarazioni rese da Ligresti ai pm: visto che l'ingegnere in quel procedimento è indagato non è vincolato, come lo sarebbe se fosse un testimone, a dire la verità. E probabilmente non l'ha detta. Infatti, c'è un problema non piccolo: Anna Maria Cancellieri non è mai stata prefetto a Parma. E basta controllare Wikipedia per scoprirlo.
Però è stata due volte commissario prefettizio, direte voi. E in effetti è vero. Una volta nel 1994 - per alcuni mesi da febbraio a maggio - per sostituire il sindaco dimissionario Stefano Lavagetto in attesa delle elezioni. La Cancellieri lasciò Parma, pochi giorni prima delle elezioni che si tennero il 12 e il 13 giugno, per il suo primo incarico da prefetto a Vicenza. Appare decisamente improbabile che abbia chiesto a Ligresti di fare pressioni su Berlusconi per rimanere a Parma con un incarico che sarebbe venuto meno dopo pochi giorni con la nomina del nuovo sindaco, rinunciando alla sua prima nomina a prefetto.
La seconda volta, poi, la storia delle pressioni su Berlusconi appare ancora più "surreale" per usare le parole del ministro, anche perché il Cavaliere non è più primo ministro. Infatti la Cancellieri è stata nominata commissario prefettizio a Parma nel novembre 2011 - dopo le dimissioni della giunta di Pietro Vignali, travolta dagli scandali - e se ne è andata dopo poche settimane per fare il ministro dell'Interno del governo di Mario Monti.
Insomma Ligresti ha detto al pm una cosa falsa o, perlomeno, inesatta per quel che riguarda la carriera delle Cancellieri a Parma. E un minimo di verifica dei fatti lo avrebbe reso chiaro ai lettori.
Però tutti i giornali italiani hanno preferito semplicemente riportare la smentita indignata della Cancellieri, in più mutilandola della parte argomentativa. Alberto Mori, l'addetto stampa del ministro, infatti, ieri ha ricostruito in modo corretto tutta la vicenda, ma praticamente nessuno ha preso per buona la parte del comunicato che riporto qui sotto
"Annamaria Cancellieri non ha mai fatto il Prefetto a Parma. Si è recata in quella città, per lavoro, solo in due occasioni: la prima nel 1994, da febbraio a maggio, in qualità di Commissario Straordinario al Comune di Parma, gestione commissariale interrotta anticipatamente per la nomina a Prefetto in sede a Vicenza; la seconda volta, nel novembre del 2011, sempre come Commissario Straordinario al Comune, incarico interrotto per la nomina a Ministro dell’Interno nel Governo Monti".
Un classico esempio di "he said, she said journalism", per usare le parole di Jay Rosen, in cui il cronista si limita a riportare due versioni dei fatti senza prendersi la briga di verificare quale delle due sia vera. E in questo caso, trattandosi della polemica politica più importante della giornata, sapere chi stava dicendo la verità avrebbe fatto la differenza. Ma non è questo lo stile del giornalismo italiano che preferisce, come sempre, montare la panna tenendo conto delle esigenze del giorno. E ieri, appunto, serviva una nuova macchia sulla carriera della Cancellieri e non una verifica delle dichiarazioni messe a verbale da un indagato.
paferrobyday