La battaglia che si sta combattendo sul fronte dell'emergenza nucleare in Giappone - riguardo ai media, l'unico campo sul quale sono abbastanza competente per dare un giudizio un minimo fondato - è anche fatta di strategia nella scelta degli eufemismi migliori.
Per esempio, sembra ormai confermato che in due dei reattori della centrale di Fukushima ci siano stati numerosi danni alle barre di combustibile nucleare, cioè, in altre parole, una possibile parziale fusione del nucleo. Ma dirlo in un modo o nell'altro più fare la differenza. Del resto quando si parla di meltdown non ci si riferisce a un evento che abbia una qualche somiglianza con un'esplosione atomica, ma a un incidente che può avere gravi conseguenze per quel che riguarda la contaminazione ambientale.
Allo stesso modo è confermato anche un certo grado di contaminazione esterna. Ma anche qui è questione di come viene data la notizia. Yukio Edano, il Chief Cabinet Secretary del governo nipponico che si occupa dei rapporti con i media, preferisce cercare di smontare la notizia dal suo interno dicendo che non si tratta di una contaminazione significativa e che non farà troppi danni - "the release of large amounts of radiation was unlikely". L'esercito americano, che ha meno problemi, dà un quadro più allarmante:
Pentagon officials reported Sunday that helicopters flying 60 miles from the plant picked up small amounts of radioactive particulates — still being analyzed, but presumed to include cesium-137 and iodine-121 — suggesting widening environmental contamination.
Le due descrizioni non sono in contraddizione. Solo che con la prima andate al lavoro senza preoccuparvi troppo, mentre con la seconda correte in farmacia a comprare compressi di iodio. Ecco, io spero che i tecnici giapponesi che stanno cercando di far fronte all'emergenza nucleare - a volte rimettendoci la vita, solo che per saperlo dovete leggere attentamente i comunicati stampa della Tepco, la società che gestisce gli impianti di Fukushima e che fa di tutto per non far capire ciò di cui sta parlando - siano altrettanto abili di chi sta gestendo la comunicazione sull'emergenza stessa.
New York Times