Confesso che da tempo non leggevo più Panorama: troppi editoriali, poche notizie, un'ideologia di fondo che non condivido (non che questo sia un male in sé: ci sono giornali che leggo tutti i giorni e di cui non condivido una virgola, tipo il Foglio) e soprattutto il senso di inutilità che mi danno le copie cartacee dei newsmagazine italiani, troppo lenti rispetto alle notizie e troppo sciatti nella scrittura per riscattare la loro lentezza.
Devo dire che con il restyling le cose sono cambiate in meglio. Certo non è ancora il massimo. Per dire: è inutile fare la copertina sull'evento della settimana (cioè la storia del terremoto in Vaticano), quando sai che tutto può cambiare qualche ora prima di andare in stampa (tipo quando succede che la terra trema davvero dalle parti di Mirandola). Per le cose del giorno c'è un sito che funziona: non c'è bisogno che la redazione se ne occupi anche sulla carta una settimana per l'altra.
Ma ci sono segnali confortanti: tipo la scomparsa degli illustri editorialisti, il tentativo di fare dei pezzi scritti su cose che non sono nel telegiornale della sera, l'attenzione per le microrubriche (ho scoperto, per esempio, che il papà di Enrico Bondi aveva un'impresa di pompe funebri in quel di Arezzo: lo sospettavamo tutti, ma ora ne abbiamo la certezza).
Ora si tratta di far tornare lo spirito dei tempi d'oro: non quelli della tipa a tette fuori nella sezione Periscopio (c'è anche questa volta, anche se, probabilmente in onore al tono alto del restyling, ci fanno sapere che è laureata in diritto commerciale), ma quelli di Lamberto Sechi che correggeva le virgole ai pezzi e toglieva gli aggettivi di troppo agli inviati ammalati di bella scrittura, perché mica c'è bisogno di barare con gli effetti speciali quando racconti una storia e hai delle cose da dire. Questo per dire che la strada è quella giusta. Ora si tratta di vedere se c'è la voglia di andare avanti in salita (magari migliorando ancora l'editing e la parte da fare in redazione: le grandi firme sono il passato e comunque ci sono i freelance per quello), ma con meno zavorra (c'è il sito: non c'è bisogno di fare una cosa di 242 pagine).
paferrobyday
ps. l'uso improprio di Lamberto Sechi è dovuto a una grave malattia dello scrivente: la parmigianite. Non è grave, consiste solo nel pensare che dove c'è una cosa geniale c'è anche un parmigiano che l'ha inventata. E' incurabile, ma neppure troppo fastidiosa. Un po' come la mia "r" arrotata.