Diciamo che sei un iscritto o un simpatizzante del Pd e abiti nel Lazio. Ti è appena caduta addosso la tegola del presidente della tua Regione - eletto con il tuo voto - che per consolarsi dell'esaurimento della spinta propulsiva del socialismo frequenta un'intera colonia di transessuali facendosi portare in autoblu davanti all'"alveare" di via Gradoli, forse non disdegna una striscia di coca e, per ingraziarsi il popolo dei precari, paga una prestazione 5.000 euro, cioè l'equivalente della paga di quattro mesi di duro lavoro di un suo elettore tipo.
Diciamo che sei un tipo ottimista e pensi che non tutto è perduto, che magari si trova qualcuno disposto a mettere in gioco la sua bella faccia onesta per rimediare questo puttanaio.
Ma non hai ancora considerato la mossa finale della gioiosa macchina da guerra che risponde al nome di Pd. Per esempio non sai che non ci sono ancora i risultati definitivi del voto del Lazio, perché sembra che alcuni circoli non ne vogliano sapere di dare i verbali alla segreteria regionale come forma di protesta perché vorrebbero trattenere almeno una parte delle offerte racimolate alle primarie. E probabilmente non sai nemmeno che il candidato alla segreteria regionale che ha preso più voti - Alessandro Mazzoli (mozione Bersani) - quasi sicuramente non ha raggiunto il 50% e che gli altri due Roberto Morassut (Franceschini) e Ileana Argentin (Marino) sono sul punto di mettersi d'accordo per fargli le scarpe, perché a quando pare il "Lodo Scalfari" non vale per le Regioni.
Perché se tu sapessi questo forse ti incazzeresti un pochino. Perché un bel litigio in famiglia non è il modo migliore per partire per una gara che sai già che sarà in salita. Ma tanto mica ti verranno a chiedere qualcosa. Anzi qualcosa ti verranno a chiedere: il tuo voto a marzo. Per non far vincere quel fascista di Alemanno (sostituire nome a piacere).
paferrobyday