Il New Yorker ha fatto una caricatura forte di Barack e MIchelle Obama e l'ha messa in copertina. Così il morbo del "politically correct" sta viaggiando per la Rete. A me non sembra una cosa così folle e cerco di argomentare velocemente:
- I lettori del New Yorker sono abbastanza sofisticati da capire che si tratta di una specie di rendiconto delle paranoie che sono moneta corrente nei network conservatori (e ci metto anche Fox News). Che poi è quello che dice David Remnick, il direttore del New Yorker.
- Se si comincia a fare il gioco del "cui prodest" sulle vignette si arriva a conseguenza spiacevoli.
- In ultima analisi - ma questo è un parere personale - Angela Davis (cioè Michelle Obama) per me continua ad essere un modello positivo (tenuto conto del contesto ecc.)
Ecco, invece, le cose che non vanno:
- La copertina suggerisce ironicamente il contrario di quello che dice l'articolo di Ryan Lizza, cioè che Obama è un centauro - diviso come tutti i grandi uomini politici tra alte idealità e potere della macchina organizzativa. Insomma "grandi discorsi" più "Chicago", cioè forza della "machine" secondo gli stereotipi USA
- C'è il rischio che la copertina sia usata fuori contesto (per esempio dai network conservative) come suggerisce un lettore di Andrew Sullivan.
Però, alla fine, un po' di provocazione non fa male al giornalismo.
Alternet (grazie Antonella),Huffington Post, New Yorker, Andrew Sullivan