Le reazioni al discorso sui temi della razza e del razzismo di Barack Obama.
- Antonio Sofi analizza l'impatto del discorso sulla Rete. Una volta di più l'innegabile maestria retorica di Obama è stata amplificata dalla distribuzione asincrona della rete. Senza l'aiuto di YouTube i discorsi di Obama sarebbero ridotti a "sound bites" e, visto che sono dannatamente complessi, perderebbero buona parte della loro potenza persuasiva. D'altra parte non si può fare broadcasting di una cosa che dura quasi 40 minuti. La Rete, invece, non ha questi vincoli. La rinascita della forma discorso in politica dipende anche dai nuovi mezzi di distribuzione dei contenuti. Quindi YouTube serve per mettere alla gogna Wright, come ha notato BO, ma anche per cercare di ragionare in termini più ampi di quelli possibili con un medium come la tv. (Webgol)
- John Dickerson, che non è un cliente facile, prima fa la lista delle debolezze del discorso, poi, però ne mostra i pregi, pur con tutte le contraddizioni.
Still, if you're a Democrat, I imagine Obama's speech probably made you feel like you wanted him to be the one you cheer on the convention stage in Denver. Hillary Clinton has been claiming that his candidacy amounts to "just words"—and making a pretty good case for it. Today was a speech, too, of course, but it also showed the power of language to move people to common understanding and to persuade, a key presidential trait. It touched on a highly sensitive subject with art and skill and called listeners to the same kind of collective action that Obama has successfully sold all throughout the campaign. Even if you didn't buy everything he said, you might be impressed with a person who can take on such a subject so quickly with such scope. Obama managed to chart the topography of the black church and failures within the African-American community as well as put his finger on the elements of anger that exist in the white community. Remember also that he did all of this while in the middle of a sleep-stealing, gut-punching presidential campaign, which is like writing the speech while riding backward on a flaming unicycle. (Slate)
- Michael Gerson nota che comunque è stato troppo tenero con Jeremiah Wright che non è un simbolo della rabbia nera, ma soprattutto un estremista con una visione distorta della storia americana. (Washington Post)
- Eugene Robinson è conquistato, come anche Maureen Dowd, secondo la quale ora Obama è più umano, proprio per aver mostrato la propria fragilità e la propria rabbia. (Washington Post, New York Times)
- Questo editoriale del NYT, poi, è una specie di endorsement. Abbastanza strano visto che quello ufficiale è andato - decisione, diciamo, sollecitata dall'editore - a HRC. (New York Times)
- il WSJ, infine, nota una delle debolezze vere del discorso di Obama. Nell'indicare Wall Street e le grandi corporation come i nemici veri dell'America vera, il senatore nero dell'Illinois, è stato parecchio banale.
Webgol, Slate, Washington Post, New York Times, Wall Street Journal